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Categoria: Documenti

  • Manifesto del paqo indomito – Manifesto of the indomitable paqo

    Manifesto del paqo indomito – Manifesto of the indomitable paqo

    MANIFESTO DEL PAQO INDOMITO – MANIFESTO OF THE INDOMABLE PAQO

    A questo punto della mia storia personale nella Tradizione mistica andina iniziata nel 1997-98 e osservando quanto accade nel mondo, ho fatto alcune riflessioni e le ho raccolte in questo manifesto che potrei definire del “Paqo indomito”. Ci sono diversi elementi che caratterizzano il frangente temporale corrente e che riguardano la società e noi paqo. Ho maturato in merito delle opinioni che condivido apertamente e sinceramente. Vi ringrazio della pazienza a leggere questo testo che vi può apparive lungo ma i temi che tocco sono complessi e intrecciati. Per terminare presento una proposta che dà un senso pratico e una finalità, in certo qual modo, al manifesto. Sottopongo queste pagine e il progetto alla vostra attenzione, commento e contributo.
    Potete scrivere direttamente alla mia mail..
    (20-06-2025)
    Gianmichele Ferrero

    At this point in my personal history in the Andean Mystical Tradition that began in 1997-98 and observing what is happening in the world, I have made some reflections and collected them in this manifesto that I could define as the “indomitable paqo”. There are several elements that characterize the current temporal moment and that concern society and us paqos. I have developed opinions on this matter that I share openly and sincerely. I thank you for your patience in reading this text that may seem long to you but the themes that I touch on are complex and intertwined. To conclude I will present a proposal that gives a practical sense and a purpose, in a certain way, to the manifesto. I submit these pages and the project to your attention, comment and contribution.
    You can write directly to my email.
    (20-06-2025)
    Gianmichele Ferrero

  • Ayni e il significato vero di rassegnazione – Ayni and the true meaning of resignation

    Ayni e il significato vero di rassegnazione – Ayni and the true meaning of resignation

    AYNI E IL SIGNIFICATO VERO DI RASSEGNAZIONE
    AYNI AND THE TRUE MEANING OF RESIGNATION

    Nel post esploro il significato dell′Ayni e della “rassegnazione” suggerendo un approccio alternativo alla comprensione integrata di questi concetti.
    Nella lingua quechua, Ayni significa reciprocità e cooperazione, nonché fede profonda e fiducia reciproca.
    Rassegnazione riconsiderata: propongo, in questo contesto, una nuova interpretazione del concetto, non come adattamento passivo al dolore o alla sfortuna, ma come un rinnovamento e una riattribuzione di significato e valore.
    Accettazione e responsabilità: la rassegnazione, vista in modo positivo, è legata all′accettazione, che comporta la responsabilità, la compassione e la forza interiore, cruciali per superare le emozioni negative e promuovere la guarigione.
    Applicazione pratica: voglio incoraggiare a osservare la natura e a seguire il flusso degli eventi con umiltà, imparando dalle esperienze dolorose e trattando se stessi e gli altri con gentilezza e affetto incondizionato.
    Leggi il post scaricando l′allegato.
    (17-01-25)
    Gianmichele Ferrero

    In this post I explore the meaning of Ayni and “resignation” and suggest an alternative approach to understanding these concepts.
    In the Quechua language, Ayni means reciprocity and cooperation, as well as deep faith and mutual trust.
    Resignation reconsidered: I propose, in this context, a new interpretation of the concept, not as a passive adaptation to pain or misfortune, but as a renewal and reassignment of meaning and value.
    Acceptance and responsibility: Resignation, seen in a positive way, is linked to acceptance, which involves responsibility, compassion and inner strength, crucial to overcome negative emotions and promote healing.
    Practical application: I want to encourage observing nature and going with the flow of events with humility, learning from painful experiences and treating oneself and others with kindness and unconditional affection.
    Read the post by downloading the attachment.
    (17-01-25)
    Gianmichele Ferrero

    (immagine Freepik)

  • Profezia andina, Taripay Pacha e tessitura del territorio – Andean prophecy, Taripay Pacha and weaving of the territory

    Profezia andina, Taripay Pacha e tessitura del territorio – Andean prophecy, Taripay Pacha and weaving of the territory

    PROFEZIA ANDINA, TARIPAY PACHA E TESSITURA DEL TERRITORIOESSERE PAQO NEL TERZO MILLENNIO
    ANDEAN PROPHECY, TARIPAY PACHA AND WEAWING OF THE TERRITORY – BEING PAQO IN THE THIRD MILLENNIUM

    Considerando l’articolata espressione della Profezia andina, ho provato a leggere la correlazione con i tempi e gli eventi del presente storico. Parallelamente ho confrontato il senso del Taripay Pacha con le attività sul territorio che stiamo svolgendo come paqo. Ne sono scaturite le seguenti riflessioni che offro alla vostra lettura e considerazione.
    La Profezia andina e la Profezia del Taripay Pacha sono la prospettiva di un′epoca d′oro per l′umanità. Una condizione collettiva di benessere e armonia, profonda condivisione e connessione con il Cosmo, dove vige il rispetto e la collaborazione per il bene comune e personale. Per usare un termine quechua, è una condizione in cui tutti e tutto sono immersi nell’Ayni.
    Per creare i presupposti necessari al suo avvento, tutti siamo chiamati a cooperare e contribuire. I paqo, coloro che praticano nella loro esistenza la Tradizione mistica andina, hanno un ruolo attivo nel favorire le condizioni migliori e nel trasmettere gli insegnamenti a coloro che si orientano alla nuova visione cosmica.
    Le scelte collettive umane fortemente influenzano e condizionano la realizzazione del possibile futuro. La coscienza umana è in grado di evolversi abbracciando l′opportunità di realizzare il passaggio al quarto, al quinto, al sesto livello e oltre del Qanchis Pata Ñan. Oppure è capace di rallentare, limitare o bloccare questo processo.
    Questa umanità si sta evolvendo lontano e in modo divergente dai binari ideali per raggiungere la nuova Età dell’Oro. Non è sbagliata la Profezia, è, invece, rovinosa e avversa la deviazione che l’umanità ha preso separandosi dal percorso necessario verso la mèta attesa.
    È fondamentale in questo frangente storico che i paqo si alleino con le forze cosmiche che possono portare un contributo netto e deciso nel far progredire la decima Pachakuti e il Taripay Pacha. Questi alleati sono la Pachamama e gli Esseri di Natura, sua diretta espressione e rappresentazione del territorio.
    Leggi l′intero documento allegato che integra il paragrafo “La profezia del ritorno dell’Inka” e “Llakta Riqchay” del mio libro “Kausay Puriy, la danza dell’Ayni”, GEDI, 2024 e ne costituisce un aggiornamento.
    (28-10-24)
    Gianmichele Ferrero

    Considering the complex expression of the Andean Prophecy, I tried to read the correlation with the times and events of the historical present. At the same time, I compared the meaning of the Taripay Pacha with the activities in the territory that we are carrying out as paqo. The following reflections emerged that I offer for your reading and consideration.
    The Andean Prophecy and the Prophecy of the Taripay Pacha are the prospect of a golden age for humanity. A collective condition of well-being and harmony, deep sharing and connection with the Cosmos, where respect and collaboration for the common and personal good reign. To use a Quechua term, it is a condition in which everyone and everything is immersed in the Ayni.
    To create the necessary conditions for its advent, we are all called to cooperate and contribute. The paqos, those who practice the Andean Mystical Tradition in their existence, have an active role in promoting the best conditions and in transmitting the teachings to those who are oriented towards the new cosmic vision.
    Human collective choices strongly influence and condition the realization of the possible future. Human consciousness is able to evolve by embracing the opportunity to make the transition to the fourth, fifth, sixth level and beyond of the Qanchis Pata Ñan. Or it is capable of slowing down, limiting or blocking this process.
    This humanity is evolving far and divergently from the ideal tracks to reach the new Golden Age. The Prophecy is not wrong, but the deviation that humanity has taken by separating itself from the necessary path towards the expected goal is ruinous and adverse.
    It is essential at this historical juncture that the paqo ally themselves with the cosmic forces that can bring a clear and decisive contribution to advance the tenth Pachakuti and the Taripay Pacha. These allies are the Pachamama and the Beings of Nature, its direct expression and representation of the territory.
    Read the entire attached document that integrates the paragraph “The prophecy of the return of the Inka” and “Llakta Riqchay” of my book “Kausay Puriy, the dance of the Ayni”, GEDI, 2024 and constitutes an update.
    (28-10-24)
    Gianmichele Ferrero

    (immagine Freepik)

  • Samhain 2024

    Samhain 2024

    SAMHAIN 2024

    Samhain è il Sabba maggiore e Capodanno celtico.

    Samhain 31 ottobre/1 novembre indica il momento di passaggio, soglia, conclusione e inizio.
    È il momento dell′ultimo raccolto prima dell′arrivo dell′inverno ed è proibito raccogliere ciò che è rimasto nei campi perché ora appartiene agli Esseri di Natura.
    È il tempo in cui i semi vanno a dimorare nella terra prima della loro germinazione in primavera.
    È l′inizio dell′attesa, il tempo interiore della preparazione, nell’oscurità, nel vuoto necessario affinché possa compiersi la pienezza della rinascita.
    È il tempo prezioso di riposo e ascolto silenzioso, del ritiro nell′interiorità e nelle profondità del nostro essere. È necessario spogliarci di ciò che è esteriore, degli attaccamenti a ciò che è superfluo per ritrovare il nostro nucleo prima di riprendere nuovi cammini.

    Samhain è la soglia di questo passaggio fra le dimensioni del tempo e delle esistenze.
    La Dea Ecate è la custode di questa porta. Ecate la giovane e l’anziana, l’esploratrice della psiche, levatrice e accompagnatrice dei morti, Dea dei crocicchi, la potente  e la saggia e multiforme.
    Come accadde con tutti gli elementi ”pagani“ incorporati e assorbiti dal cristianesimo, all′incirca nel VII secolo d.C., la Chiesa spostò la festa di Ognissanti, che onorava il martirio dei primi cristiani, da maggio al primo novembre, in modo da unirla e sostituirla agli antichi rituali druidici e celti del 31 ottobre. Nel X secolo d.C., si consolidò così la tradizione di onorare tutti i morti, rinforzando così l′associazione con le celebrazioni celtiche dedicate agli spiriti una volta ritenuti selvaggi e potenti. Pian piano la Chiesa attribuì un connotato diabolico e malvagio agli dei e alle dee e a tutti gli altri esseri soprannaturali delle religioni antiche. Così, durante le celebrazioni apparvero rappresentazioni di fantasmi, scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altre creature maligne, come le streghe. Perdendo il carattere e l′essenza vera e propria di questa festa, in America ed in Europa la notte di Halloween viene interpretata come la “notte delle streghe e dei fantasmi”, Una specie di party celebrativo per le creature e gli esseri soprannaturali e diabolici.

    Approfittiamo di questo periodo per raccoglierci in noi stessi intraprendendo viaggi interiori nella nostra coscienza. Porgiamo attenzione ai sottili mutamenti del corpo, all′adattamento biopsichico del nostro organismo ai brevi e freddi giorni invernali: la mente inizia a scivolare dall′esteriorità all′interiorità. Ora è tempo che la nostra attenzione passi dal lato materiale a quello spirituale.
    È tempo di riflessione, di viaggi interiori per potere scoprire quegli aspetti di noi stessi che necessitano di essere cambiati o nutriti per emergere.
    Come nel percorso a spirale del labirinto sacro scendiamo nel mondo interiore, fino al nostro centro interiore e, ripercorrendo il tragitto al contrario, portiamo all’esterno il nostro potenziale di vita e creatività che, chiediamo, si manifesti nel nuovo anno conservando la saggezza che abbiamo imparato nel passato.
    È anche un periodo adatto a tutti i tipi di meditazione e tradizionalmente propizio alle arti divinatorie. Approfittiamone per imparare o riprendere tecniche divinatorie, come i tarocchi o le rune.
    È il momento di favorire la propria rigenerazione, abbandonando ritualmente tutto ciò che non ci serve più e liberandoci materialmente di ciò che non ci piace più nella nostra vita. Possiamo scrivere queste cose su foglietti di carta per bruciarli nel nostro fuoco o nella fiamma di una candela a Samhain esprimendo l’intento chiaro di lasciarli andare.
    È anche il tempo di concludere qualsiasi commercio, negoziazione, attività, riscossione, pagamento non ancora ultimato.

    Samhain con Beltaine è una delle due ” notti degli spiriti “, quando il velo fra i mondi si assottiglia e la comunicazione fra noi e le anime erranti dei morti si fa più facile. In equilibrio tra passato e futuro, è possibile entrare in comunicazione con quanto ci è solitamente celato. Durante questa festa possiamo apprendere molte cose da coloro che vivono nel Mondo dello Spirito. Nella notte si possono avere visioni e ricevere segni divinatori.
    È il momento di onorare e ospitare gli antenati morti, formulando per loro preghiere, tenendo riti in loro memoria e offrendo alimenti sui gradini della porta e sulle tombe.
    Si va fisicamente al cimitero dove ci sono le tombe dei defunti come si fa tradizionalmente. Si portano cibi preparati in forma simbolica e ridotta, soprattutto quelli che piacevano ai nostri morti, fiori, vino, birra, sigarette e si accendono le candele. Si parla agli antenati, ai morti della nostra famiglia e a tutti i morti. Noi in genere non mangiamo quei cibi al cimitero come fanno in altri paesi, ma lo possiamo fare a casa in loro onore.
    Accendiamo una candela speciale. Prendiamo una coppa o un bicchiere di vino o birra, brindiamo in loro onore, con il gesto del tinkare offriamo simbolicamente goccioline verso di loro, beviamone un po’. Lasciamo del vino nel bicchiere. Mangiamo i vari cibi preparati per i defunti, pane e dei dolci (es. i tipici “dolci dei morti”). Mentre mangiamo mettiamone delle porzioni in un piatto o un vassoio offrendole ai nostri morti.
    Mangiare ricordandoli è importante  perché i nostri antenati vivono dentro di noi sia a livello spirituale sia a livello genetico. I nostri antenati e morti sono dentro di noi e se noi mangiamo il cibo a loro dedicato, le sensazioni visive, olfattive e gustative tramite di tramite noi arrivano a loro. Si apre uno spazio sacro di comunione con i morti perché si prega per loro e si mangia in onore loro.
    Se non potremo lasciare sulle tombe le vivande, i ceri e le sigarette accesi, possiamo farlo a casa tutta la notte o tutta la giornata del 1 novembre, magari fino al 2 novembre.

    Siccome le energie di questo tempo hanno a che fare con la morte, è il momento per fare le pratiche per sé e per gli antenati, i parenti e i conoscenti passati nell’altra dimensione.
    Chi segue la Tradizione mistica andina e ha appreso le conoscenze fondamentali, nei giorni tra il 31 ottobre e il 2 novembre, può dedicare utilmente del tempo per svolgere con attenzione il programma di quattro fasi in successione che Dario Astengo ha proposto.
    Per iniziare svolgeremo la pratica dell′energia curativa dell’Hampi Munay, il cui sami prodotto, l’energia fine raffinata e potente che abbiamo creato rimane nel campo energetico e supporta il discioglimento di tutte le energie pesanti che incontreremo ed emergeranno nei passaggi successivi.
    Come secondo passo, faremo il Wachay o pratica della ricapitolazione della propria vita.
    Nel terzo passaggio applicheremo il Wañuy alla morte propria.
    Eventualmente dopo aver applicato il Wañuy alla morte personale, in un quarto movimento potremo ripeterlo a nome/al posto di un’altra persona conosciuta che è trapassata in circostanze tali da non averle permesso di integrare adeguatamente il processo di distacco dalla vita e quindi hanno lasciato in questo mondo delle proprie energie pesanti non elaborate. Costoro non sono riusciti a passare adeguatamente nell’al-di-là ma anche e soprattutto, hanno lasciato jucha a chi rimane nell’al-di-qua.

    Chi volesse approfondire, può trovare spiegazioni di questi movimenti energetici nel mio libro “Kausay Puriy, la danza dell’Ayni” (clicca qui per info)

    Gianmichele Ferrero

    (immagine da Freepik)

  • Tra dimensione collettiva e personale della Profezia – Between the collective and personal dimension of the Prophecy

    Tra dimensione collettiva e personale della Profezia – Between the collective and personal dimension of the Prophecy

    TRA DIMENSIONE COLLETTIVA E PERSONALE DELLA PROFEZIA
    BETWEEN THE COLLECTIVE AND PERSONAL DIMENSION OF THE PROPHECY

    Un saluto affettuoso a tutti voi.
    Ci stiamo avvicinando alle festività di fine 2024 ed è tempo di cominciare a fare i consuntivi del periodo che si va concludendo. Ho scritto alcune riflessioni agganciandomi a quanto ho già espresso nel mio precedente post pubblicato nel sito Liberi Viandanti con titolo “Profezia andina, Taripay Pacha e tessitura del territorio – Essere Paqo nel terzo millennio”
    Riprendo quei pensieri aggiungendo altre considerazioni con un nuovo articolo dal titolo “Tra dimensione collettiva e personale della Profezia”.
    Lo trovate allegato in PDF a questo post.
    Sarò felice dei vostri commenti che potete inviarmi direttamente.
    Buona lettura.
    (1-12-2024)
    Gianmichele Ferrero

    Warm greetings to all of you.
    We are approaching the holidays of the end of 2024 and it is time to start taking stock of the period that is coming to an end. I have written some reflections by linking to what I have already expressed in my previous post published on the Liberi Viandanti website with the title “Andean Prophecy, Taripay Pacha and the Weaving of the Territory – Being Paqo in the Third Millennium”
    I am taking up those thoughts again, adding other considerations with a new article entitled “Between the Collective and Personal Dimension of Prophecy”.
    You can find it attached in PDF to this post.
    I will be happy with your comments that you can send me directly.
    Enjoy your reading.
    (1-12-24)
    Gianmichele Ferrero

    (Immagine da Freepik)

  • Conversazione di Valerio Folloni con Gianmichele Ferrero 2024 – il video

    Conversazione di Valerio Folloni con Gianmichele Ferrero 2024 – il video

    CONVERSAZIONE DI VALERIO FOLLONI CON GIANMICHELE FERRERO 2024 – IL VIDEO

    Dopo qualche anno di pausa, Valerio Folloni è ritornato con una delle sue apprezzatissime interviste on-line!
    Mercoledì 15 febbraio, alle ore 19.00 ha presentato un caro amico e collega: Gianmichele Ferrero.
    Gianmichele, ha iniziato a praticare la Tradizione andina ben 26 anni fa ed è uno dei praticanti italiani più “anziani”.
    Ha di recente pubblicato il suo libro sull’Arte Spirituale Andina “Kausay Puriy, la danza dell’Ayni”, portando un importante e innovativo contributo alla diffusione e alla conoscenza di questa antica arte mistica ancora viva e praticata nel mondo, specialmente in Italia.
    L’evento è stato anche l’occasione per approfondire le tematiche oggetto del ciclo di seminari base Phaña, Lloque, Chaupy e Salka condotto da Gianmichele a Torino nella primavera 2024.
    Il video dell’intervista è disponibile sul canale YouTube di Liberi Viandanti a questo link http://youtu.be/ipH4phPn894.

    Buona visione
    Gianmichele

  • Equinozio di primavera 2023

    Equinozio di primavera 2023

    EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2023

    Tra pochi giorni sarà l’Equinozio di Primavera. Precisamente la stagione inizierà astronomicamente il 20 marzo alle 22.24 nell′emisfero boreale. L’equinozio primaverile è simbolo di crescita, rinnovamento e fertilità. Ci sarà il perfetto equilibrio tra giorno e notte, cioè quantità uguali di luce e buio nello stesso giorno.
    È il punto di svolta del giorno che inizia a prevalere sull’oscurità notturna e ci dona più energia creativa proveniente dalla forza vitale delle nostre menti e dei nostri corpi.
    Lasciamo gli atteggiamenti più introspettivi e diretti al silenzio e all’oscurità interiore dei mesi invernali e facciamo emergere la luce, l’energia e la ricchezza del nostro giardino interiore pronto a rifiorire. Il ritorno della luce ci offre l’opportunità di liberarci di torpore, inattività, disordine, timore, incapacità a cambiare.
    È il momento di celebrare la vita, collegandoci ai nostri antenati che hanno segnato questo periodo con rituali e celebrazioni per onorare la nostra connessione con il Sole come fonte della nostra luce e forza vitale.
    Questo periodo è anche consacrato al femminino, incarnato da sempre dalle dee della primavera, custodi del suo equinozio e della vita naturale, della rinascita e prosperità, della transizione spirituale, energetica e fisica.
    Secondo le popolazioni germaniche e la tradizione celtica, l’equinozio è preservato dalla dea Ostara, nota anche come “Alban Ellier”, ossia “Luce della Terra”, personificazione di Madre Natura e protettrice dell′abbondanza. Lepri e conigli erano i suoi simboli e, per sua volontà, il sole veniva liberato dall′oscurità delle tenebre invernali. In suo onore questo periodo e per tutto il mese di aprile, era scandito da celebrazioni e rituali propiziatori in suo onore, soprattutto di carattere agricolo al fine conquistare la sua benevolenza e avere un buon raccolto. Inoltre, molti rituali dedicati a Ostara erano di carattere ierogamico, in cui l′unione sessuale era la  rappresentazione sacra della fertilità.
    I Greci celebravano l′anabasi di Persefone,  regina degli inferi, ovvero la sua ascesa al mondo dei vivi. segnando il risveglio della Natura, prodotto dalla gioia di sua madre Demetra, dea dei raccolti, per riaverla di nuovo con sé.
    Il 25 marzo, fissato da Cesare, i Romani officiavano il mito di Proserpina, del melograno e del risveglio della primavera e più tardi in aprile avevano riti e festività agricole dedicate alla dea Aprilia, la divinità della primavera, spesso corrispondente con Flora, la dea delle piante e della fioritura, “ministra di Cerere” (nome romano di Demetra).
    Anche per noi, Praticanti della Tradizione mistica andina, l’equinozio è il momento per fare delle offerte specifiche ai Ruwal collegate con il senso spirituale di questa festa. Possiamo creare un despacho, secondo le proprie conoscenze ed esperienze, come un semplice circolare divergente. Andrà offerto attraverso il fuoco in relazione anche all’immagine del ritorno del Sole, Tayta Inti, che ricomincia a salire da sotto la Terra … come tante figure divine del mondo etrusco o romano, come Apollo Soriano che dagli Inferi sale verso il Cielo. Se non e possibile fare un despacho si può donare anche una sola offerta di kintu e fiori all’insegna dell’ayni e della condivisione con tutta la Natura.
    Buon Equinozio.
    Gianmichele